Acquistare casa per affittarla, conviene davvero?

Conviene acquistare casa per affittarla? Cerchiamo, in questo articolo, di fornire una risposta a chi si chiede cosa convenga davvero fare, se sia davvero meglio investire nell’acquisto di una casa nuova per poi affittarla, dunque utilizzarla come fonte di investimento. 

In generale, siamo tutti d’accordo che comprare casa (eventualmente, con un mutuo) anziché affittarla sia più conveniente, sempre, però, a patto di disporre di un piccolo capitale di partenza. Diverso è il discorso quando si comincia a pensare di comprare una seconda casa da affittare in seguito, utilizzandola appunto come fonte di investimento. In questo secondo caso, non si ha diritto alle agevolazioni fiscali alle quali, invece, si ha diritto quando si procede all’acquisto della prima casa (il cosiddetto “bonus prima casa”). La tassazione, nel caso di immobile “non ad uso abitazione principale”, è particolarmente pesante (bisogna pagare Imu e Tasi, allo stato attuale). Conviene, dunque, acquistare casa per affittarla? E’ possibile rientrare in queste spese grazie all’affitto? 

 

Quanto si guadagna affittando una casa? 

La casa, in tempi recenti, ha smesso di essere propriamente un investimento. Lo era in tempi precedenti l’avvento dell’euro, quando la nostra inflazione fluttuava ancora con facilità e dunque, con il denaro soggetto a svalutazioni improvvise, affidarsi al “mattone” era un metodo abbastanza sicuro per tutelare i nostri risparmi. Con l’avvento della moneta unica europea, però, questo non è stato più possibile – l’inflazione è tenuta sotto stretto controllo a livello centrale, quello dell’Unione Europea; e i recenti sviluppi del mercato immobiliare hanno mostrato come il valore degli immobili si sia notevolmente ridimensionato. 

 Attualmente, solo il 30% degli italiani vive in affitto. Comprare casa per affittarla, dunque, conviene? E quanto? 

Quando si tratta dell’acquisto della seconda casa, il peso maggiore è rappresentato dalle imposte. Mentre per l’abitazione principale l’imposta di registro è ferma al 2%, sulla seconda casa si arriva al 9% del valore dell’immobile. Se si compra da una società, si versa un’IVA pari al 10% (4% per la prima casa). Se si tratta di immobile di lusso, l’IVA è pari al 22%. E per finire, la parcella del notaio: tremila euro. Le tasse da pagare sulla seconda casa, come abbiamo detto, sono l’Imu e la Tasi. In previsione dell’uscita dell’inquilino dall’abitazione, bisogna poi mettere da parte almeno 5mila euro per spese di ristrutturazione (per l’usura naturalmente dovuta all’uso continuo fatto dell’appartamento da parte dell’inquilino). Queste spese serviranno a rendere l’appartamento appetibile per l’inquilino successivo. 

Dunque, se si desidera conoscere quanto si guadagna affittando una casa, bisogna prendere in considerazione tutte queste variabili, e in più il fatto che, in un momento di mercato stagnante quale quello attuale, affittare casa non è così semplice, potrebbe essere necessario rivolgersi a degli intermediari come gli agenti immobiliari, e pagare poi la relativa provvigione

Secondo una indagine del Sole24Ore, i guadagni dall’affitto di una seconda casa si riducono al 50-60%: non basterebbero a pagare la rata del mutuo. 

 Conviene comprare casa per affittarla nel 2020? 

Abbiamo detto che parte del guadagno dipende anche dal ciclo immobiliare. Ebbene, una buona notizia: i prezzi delle case non sono mai stati così bassi, quindi a quanto pare il momento attuale sarebbe favorevole per acquistare casa per poi affittarla. Molto poi dipende anche da dove si intende acquistare la casa, se in Italia o all’estero: se si tratta dell’Italia, bisogna poi scegliere la regione in cui diventa più redditizio acquistare un immobile. A Milano, ad esempio, può convenire acquistare un bilocale, o a Napoli una zona dove gli affitti sono in crescita è quella di Monteoliveto-Sanfelice, dove si acquista spesso una seconda casa da destinare a B&B oppure da affittare a studenti. Per cui, anche se nei paragrafi precedenti, per completezza, si sono esaminate le varie perplessità in merito all’acquisto di una seconda casa da affittare successivamente, qui descriviamo i pro dell’acquisto di una casa per poi affittarla: il momento è favorevole, sia per quanto riguarda il prezzo degli immobili (in ribasso) sia per quello degli affitti, che invece è in crescita (a causa della domanda di affitto di appartamenti, anch’essa in crescita). 

Acquistare casa asta: come funziona

Comprare casa all’asta: come funziona? Comprare casa all’asta è una soluzione piuttosto conveniente: permette di risparmiare sul prezzo dell’immobile, ottenendo uno sconto che va dal 20-30% fino al 50%. In questo articolo esamineremo il ruolo delle aste immobiliari e come funziona comprare casa all’asta.

 

Per comprare casa all’asta senza rischi, anzitutto conviene confrontare il prezzo degli immobili con quello degli annunci e con il prezzo di mercato degli immobili con pari caratteristiche: questo, per rendersi conto dell’effettiva entità del risparmio. 

Tutti possono partecipare alle aste immobiliari per comprare casa, ma per alcuni potrebbe essere una buona idea valutare la possibilità di affidarsi ad un consulente. E’ comunque essenziale avere accesso alla documentazione catastale, verificare la planimetria e che non vi siano abusi edilizi, debiti verso il condominio ecc. 

 

Anche quando si prende visione della documentazione, è necessario spesso affidarsi a un esperto o a un consulente, qualcuno che sappia consigliare o visionare in modo efficace le pratiche al posto nostro. 

In molti casi è possibili anche acquistare casa all’asta chiedendo un mutuo.

 

Spese per l’acquisto di una casa all’asta

 

Per formulare un’offerta è necessario compilare un apposito modulo, fornito da ogni tribunale; al modulo va allegato un assegno pari al 10% del valore della propria offerta. 

Per le aste tradizionali, tutti i soggetti che hanno formulato un’offerta devono presentarsi di persona nel giorno stabilito per l’aggiudicazione. In caso di impossibilità, è possibile delegare a qualcuno l’onere, con speciale procedura notarile. 

 

Come funziona comprare casa all’asta

 

Nel caso di asta giudiziaria, l’immobile può aver subito un pignoramento o un’espropriazione forzata da parte della banca o di chiunque vanti un credito nei confronti del proprietario della casa. Oppure, l’immobile può essere di proprietà di un ente pubblico, che decide di vendere una casa o una proprietà in disuso. 

 Una volta che il bene entra nella procedura dell’asta giudiziaria, su un sito internet vengono pubblicate, dal tribunale di competenza, tutte le informazioni sull’immobile e la data dell’asta giudiziaria, oltre alle procedure da effettuare per poter partecipare. 

 Per poter partecipare all’asta è ovviamente molto opportuno consultare sul sito internet la perizia, contenente tutte le informazioni relative all’immobile ed eventuali informazioni in merito a vincoli, morosità e altro riguardanti l’immobile. 

 

L’asta immobiliare prevede due modalità di svolgimento: con incanto e senza incanto. Nell’asta senza incanto, l’offerta viene presentata in busta chiusa al Tribunale di competenza, e, se vengono presentate più offerte, non vincerà la più alta, ma ci sarà una gara tra le varie persone che hanno presentato l’offerta. 

 L’asta con incanto è quella che siamo abituati a vedere nei film americani: il banditore proclama ad alta voce un prezzo, la “base d’asta”. L’ultima offerta senza rilancio è quella di chi riesce ad aggiudicarsi l’immobile. 

 

Spese per l’acquisto di una casa all’asta: le tasse

 Le tasse per l’acquisto di una casa all’asta sono uguali a quelle che si pagherebbero nel caso di immobile comprato tramite notaio. 

Se l’asta si conclude con successo, il giudice emette un decreto di trasferimento che cancella ipoteche e pignoramenti, e ingiunge al debitore e al custode di rilasciare l’immobile. 

Acquistare casa sulla carta: quali rischi?

Acquistare casa sulla carta conviene? Fino a poco tempo fa, si trattava di un acquisto rischioso: spesso il compratore perdeva la caparra versata, a causa di una improvvisa crisi che costringeva l’impresa costruttrice a sospendere i lavori. 

Tuttavia, il 16 marzo 2019 il Governo ha approvato un decreto legislativo, il decreto legislativo n. 14 del 2019, che finalmente sembra tutelare gli acquirenti che decidono di effettuare un acquisto casa su carta, tutelandoli nel caso di eventi avversi. 

Acquisto casa su carta: cosa vuol dire? 

Acquistare casa su carta vuol dire, nei fatti, acquistare una casa che materialmente non esiste ancora. Può trattarsi di un immobile ancora in fase di progetto, in fase di costruzione oppure oggetto del rilascio di un Permesso di costruire. Si tratta di un acquisto “a scatola chiusa”, è bene perciò informarsi e capire cosa bisogna controllare quando si acquista casa sulla carta

Comprare casa sulla carta

Il decreto legislativo in esame introduce una sorta di decalogo, che illustra in modo preciso le tutele previste per coloro che si apprestano ad acquistare un immobile ancora in fase di costruzione. 

Cosa chiedere al costruttore prima di acquistare casa? Il decreto prevede una fidejussione (garanzia personale) che il costruttore deve garantire al momento della compravendita: con essa egli si impegna al rimborso delle somme versate, qualora dovesse verificarsi una crisi dell’impresa. Inoltre, all’atto di trasferimento della proprietà il costruttore si impegna a fornire una garanzia decennale che copra eventuali danni derivanti da difetti nella costruzione. 

Inoltre, il decreto legislativo ha introdotto importanti novità, quali il fatto che la stipula del contratto deve avvenire alla presenza di un notaio (il quale dovrà poi verificare la presenza di eventuali anomalie, anche nella fidejussione – la quale deve essere conforme al modello ministeriale).

Inoltre, il notaio dovrà verificare che non pendano vincoli oppure misure ipotecarie sull’immobile. 

Cosa dovrà contenere il preliminare di vendita dell’acquisto casa in costruzione? 

A questo punto, resta da capire cosa dovrà contenere il preliminare di vendita dell’acquisto della casa in costruzione. Innanzi tutto, non può mancare l’attestazione di conformità della fidejussione al modello ministeriale. 

Poi, esso dovrà contenere la descrizione dettagliata dell’immobile, con confini e pertinenze; citando anche eventuali ipoteche o altre misure pregiudizievoli pendenti sull’immobile. Dovranno, ancora, essere ben fissati i termini per la consegna dell’immobile, il prezzo dei lavori e le modalità di pagamento tra compratore e costruttore. 

Ovviamente, dovranno poi essere indicati gli estremi della polizza assicurativa, per il rimborso nelle ipotesi in cui l’immobile subisca danni dovuti a difetti nella costruzione, di qualunque tipo.

Il contratto di “rent to buy”: acquistare casa con l’affitto come funziona?

Cos’è il Rent to Buy? Conviene davvero? Proviamo a capire, in questo articolo, di cosa si parla quando parliamo del Rent to Buy, e quanto davvero convenga effettuarlo, e in quali casi.

 

Il Rent to Buy è uno strumento contrattuale ancora poco conosciuto: si tratta di un affitto con riscatto, ossia la previsione di un determinato canone che consente, dopo un certo numero di anni, di acquisire la proprietà dell’appartamento. Si tratta di una sorta di via di mezzo tra affitto e acquisto, che viene preferita a seconda delle esigenze personali del compratore. Se ad esempio sono una persona che si sposta spesso per esigenze lavorative, opterò naturalmente per l’affitto. Stesso discorso per una persona che si è appena trasferita in città: inizierà con l’affitto per poter valutare al meglio cosa le conviene comprare e dove, per poi passare all’acquisto. 

La vera discriminante, però, è data dalle disponibilità economiche della persona. Molti, infatti, non possono permettersi di procedere all’acquisto o ad un mutuo, ad esempio perché assunti a progetto o con contratto a tempo determinato: in questi casi, la banca ritiene che non sussistano i presupposti per la concessione del mutuo, così l’unica opzione veramente praticabile resta l’affitto. 

 

Il Rent to Buy in questi casi conviene, ovviamente con i relativi pro e contro: il canone, infatti, è un po’ più alto rispetto al valore di mercato dell’immobile, perché una parte della rata rappresenta una sorta di acconto per il futuro acquisto. 

Così facendo, al termine di un certo numero di anni (non superiore a dieci) è possibile “riscattare” la casa, utilizzando come acconto quanto già versato mensilmente negli anni precedenti. 

 

Dunque, a chi conviene il Rent to Buy, e quando conviene? La risposta è: dipende. Ad esempio, se alla fine decideste di non acquistare più la casa, potreste ritrovarvi a perdere il canone versato negli anni precedenti. Prima di firmare qualunque contratto, e prima di capire se conviene davvero optare per il Rent to Buy, occorre quindi valutare la possibilità di rivolgersi a un esperto, in grado di consigliare qual è l’investimento più adatto alle vostre specifiche esigenze. 

 

Il contratto di Rent to Buy potrebbe infatti convenire davvero solo al venditore, e nascondere parecchie insidie: se, ad esempio, si prevede che l’acquisto dell’immobile sia un obbligo e non semplicemente un’opzione. In tale caso, se alla fine il compratore decide di non comprare più l’immobile, sarà costretto a risarcire il proprietario per il mancato guadagno da vendita dell’immobile.